Il discorso del Presidente Renzi al Senato: il passaggio sulla giustizia
Le frasi del Presidente del Consiglio al Senato in tema di giustizia amministratva, civile e penale.

Abbiamo estrapolato dal discorso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi pronunciato poco fa al Senato, il passaggio sulla questione giustizia.
Ecco il testo tratto dalla trascrizione stenografata:
"Parto dalla giustizia amministrativa. Siamo un Paese in cui - lasciatevelo dire da chi costantemente ci batte la testa - lavorano più, negli appalti pubblici, gli avvocati che i muratori.(Applausi dai Gruppi PD e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE e dei senatori Carraro, Dalla Zuanna e Di Biagio). Negli appalti pubblici non c'è alternativa al ricorso sul controricorso con la sospensiva. Siamo al punto che i tribunali amministrativi regionali possono discettare di tutto. Siamo al punto che un provvedimento di un sindaco (in alcuni casi, anche del Parlamento) è comunque costantemente rimesso in discussione in una corsa ad ostacoli impressionante. Ma come possiamo dare certezza del diritto se noi per primi abbiamo un sistema (sono partito da quello amministrativo) che crea inquietudine non già soltanto agli investitori stranieri, ma agli stessi operatori del diritto, a partire dai giudici amministrativi, che in più circostanze hanno sottolineato la necessità di riforme strutturali?
La giustizia civile. Oggi noi viviamo un tempo nel quale la lunghezza del processo civile, le difficoltà di questo sono tali per cui non soltanto se ne vanno gli investimenti (ed è un problema), ma se ne va anche la possibilità di credere realmente che il Paese sia redimibile, che il Paese sia recuperabile.
C'è questa stanca rassegnazione per cui si parte dal presupposto che tanto quando si entra in un'aula di tribunale non si sa come se ne esce. Questo vale anche per la giustizia penale, con ciò che comporta. Non c'è ombra di dubbio che a fronte della straordinaria qualità di tantissime donne e uomini che lavorano nel campo della giustizia (a partire dai giudici, per passare agli avvocati, agli operatori della giustizia e di polizia giudiziaria), esiste una preoccupazione costante nell'opinione pubblica (a prescindere dalle discussioni che sono state oggetto per 20 anni di dibattito politico) sul fatto che la giustizia in Italia corre il rischio di arrivare troppo tardi e anche - permettetemi - di colpire in modo diverso.
Faccio un esempio, il più banale, ma volutamente banale, agli occhi dell'opinione pubblica, e volutamente drammatico nel cuore di un amministratore che fa politica.
Non so se chi di voi si è occupato di amministrazione pubblica nelle realtà territoriali sa qual è il momento più duro per un sindaco. Per me era quando l'SMS del comandante della Polizia municipale mi informava che c'era stato un incidente stradale. Quando si verifica un incidente stradale e muore un ragazzo di 17 anni il sindaco non ha semplicemente un compito amministrativo. Il sindaco si trova faccia a faccia con il dolore di una famiglia che vede totalmente sconvolta la propria vita. Mi è accaduto, lo sanno le senatrici e i senatori fiorentini, ed è accaduto a tanti di voi.
Dalla storia di una di queste famiglie, da un percorso che abbiamo fatto insieme è emerso con chiarezza che a chi ubriaco e drogato si mette alla guida di un motorino causando il decesso di un ragazzo di 17 anni (il ragazzo in questione si chiamava Lorenzo) alla fine in tribunale, per i motivi più vari, viene comminata una sanzione inferiore, o sostanzialmente analoga, a quella comminata per un furto di serie B. Vi rendete conto cosa possa diventare incontrare nel giorno del diciottesimo compleanno di Lorenzo i suoi amici che festeggiano il suo compleanno senza di lui ricordandolo? Vi rendete conto di cosa possa significare andare a dire che io rappresento le istituzioni? E vi rendete conto che sguardo vi gettano addosso quelle ragazze e quei ragazzi, accusando la politica di non essere capace di dare delle regole chiare, delle regole che non valgono semplicemente un dibattito politico, ma che valgono la vita di un ragazzo come loro? Questa è la vita reale che vorremmo informasse di più la discussione sulla giustizia: non, semplicemente, i nostri derby ideologici, ma la necessità di fare della giustizia un asset reale per lo sviluppo del Paese".