Inaugurazione dell'anno giudiziario. Il Ministro Orlando sprona al cambiamento

Gli interventi del Ministro Orlando al Senato e alla Camera sottolineano la necessita' di una svolta radicale rispetto al passato.

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Inaugurazione dell'anno giudiziario. Il Ministro Orlando sprona al cambiamento

Il Ministro della Giustizia Orlando ha esposto ai due rami del parlamento la propria visione sulla giustizia in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2015.

La dichiarazione di inizio è senz'altro allarmante ma in linea con altre illustri dichiarazioni degli anni passati. Afferma il Ministro: "La giustizia è divenuta in tal modo per i nostri cittadini e le nostre imprese, non la sfera a cui rivolgersi per vedere garantiti diritti o dare tutela ai propri legittimi interessi, non la dimensione dove anche il più debole tra i cittadini potesse trovare riparo dai soprusi del più forte, ma il simbolo di un calvario da tenere il più lontano possibile dalla propria vita."
Ogni operatore del settore sa quanto carente sia il funzionamento dell'insieme nonostante gli sforzi non indifferenti e la passione di molti addetti.

Se questo è il dato di partenza è naturale che molto ci sia da fare.
Ed il Ministro rafforza l'impegno, in particolare in ambito di giustizia civile, per rinnovare profondamente rispetto al passato.
Afferma il Ministro: "Abbiamo deciso di partire dalla giustizia civile, perché nella grave crisi economica in cui ci troviamo, dobbiamo avere l'ambizione di rimuovere tutte quelle inefficienze che diventano un ostacolo alla libera iniziativa dei cittadini e delle imprese, quelle contraddizioni e quelle farraginosità che rendono incerti i rapporti tra privati, e più esposti all'arbitrio i soggetti più deboli".

Si registra per la prima volta una diminuzione del dato assoluto di fascicoli aperti, ora al di sotto dei 5 milioni, per la prima volta dal 2009.
Dato sul quale non ci si dovrebbe gingillare perché è assai probabile che sia l'effetto della profonda crisi economica che attraversa il paese.

Ricorda il Ministro, l'introduzione delle nuove forme di collaborazione verso una giustizia diversificata: mediazione e negoziazione assistita in primis, e poi degiurisdizionalizzazione.
Ma in cantiere vi è la risposta governativa derivante dalla delega del 29 agosto 2014 su:
1) specializzazione dei tribunali in alcune materie;
2) accelerazione tempi processo civile;
3) principio di sisteticità degli atti del magistrato;
4) processo civile telematico.

Lo Stato deve allontanare ogni tentazione di delegare la gestione della giustizia. Con forte dichiarazione di indirizzo politico il Ministro afferma come " ... dobbiamo e vogliamo farlo per impedire che lo Stato ceda il passo ad altri soggetti, non sempre collocati nell’alveo della legalità, nella risoluzione dei conflitti ...", con sottinteso riferimento alle lamentele degli ultimi anni sulla "privatizzazione" del servizio giustizia.

Sull'organizzazione e quindi amministrazione della giustizia il Ministro ricorda che nell'anno passato gli sforzi sono stati indirizzati al completamento della riforma della geografia giudiziaria.
Ma anche avvio di una fase di studio del contenzioso, ammirabile nuovo modo di affrontare il problema dell'arretrato.
Interessante la novità per il prossimo anno circa la possibilità di utilizzare fondi europei, con i quali tenterà di garantire:
- la diffusione degli sportelli di prossimità per il cittadino, specie nei territori interessati dalla revisione della geografia giudiziaria;
- il supporto all’ufficio per il processo;
- l’avvio della progettualità per il processo penale telematico, prossima ineludibile frontiera dell’organizzazione della giustizia.

Sulla rivoluzionaria novità del PCT non deve essere il Ministro a ricordarne l'efficacia ma è evidente a tutti gli operatori del settore.

La giustizia condivisa fra gli operatori del settore: il dialogo con la classe forense. Il Ministro ricorda che "Il confronto con l’Avvocatura è stato uno dei tratti maggiormente caratterizzanti di questi primi 10 mesi di Governo"
Ma afferma anche "Per la prima volta si scommette sulla collaborazione degli avvocati, visti come parte attiva della composizione delle liti. Per questo ritengo profondamente intrecciata con questo provvedimento l'attuazione dell'ordinamento forense, in essa infatti si collocano i presupposti per l'evoluzione della funzione e del ruolo dell'avvocatura".

Il giusto riconoscimento dell'opera della classe forense che ha impedito in tutti questi anni una deriva o potremmo dire anche frana del funzionamento dei tribunali.
 

 

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