Ministro Severino oggi alle Camere: la relazione.

Relazione alle camere del ministro della Giustizia. Enorme l'arretrato delle cause civili.

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Ministro Severino oggi alle Camere: la relazione.

Relazione oggi alle Camere del Ministro della Giustizia Paola Severino. Il Ministro ha fatto il punto della situazione ed espresse, purtroppo, "forti preoccupazioni in ordine all’enorme mole dell’arretrato da smaltire che, al 30 giugno 2011, è pari a quasi nove milioni di processi (5,5 milioni per il civile e 3,4 per il penale)".
Troppe le cause in Italia, per cui va portata l'attenzione del legislatore alle possibili modalità alternative atte a dirimere il contenzioso sul nascere. Non è sufficiente, infatti, accelerare lo smatimento dell'arretrato, eventualmente anche con i mezzi straordinari di recente posti in essere, ma è necessario limitare l'ingresso di nuove cause.
Il Ministro, del resto, esprime questa necessità ricordando che, nell'attuale situazione "con oltre 2,8 milioni di nuove cause in ingresso, in primo grado, l’Italia è seconda soltanto alla Russia".

Fatto il quadro degli interventi legislativi del 2011 adottati da governo e parlamento, il Ministro così conclude:

"Le considerazioni che ho sviluppato, in modo necessariamente sintetico, spero consentano di apprezzare l’azione del Governo, sia con riferimento alle iniziative normative che all’impegno organizzativo ed esecutivo. Il complesso di questi interventi non è ancora riuscito a determinare una svolta positiva e strutturale nel sistema giudiziario italiano ma, come si è visto, non mancano né i segnali positivi, né le potenzialità che consentono di prevedere un miglioramento concreto. Bisogna lasciarsi influenzare da questi segnali positivi per consolidare e migliorare il servizio giustizia italiano con una strategia di sistema che è già ben definita nei suoi principali obiettivi. Nel settore civile si tratta di deflazionare i flussi di ingresso della domanda di giustizia anche attraverso l’affermarsi di metodi alternativi di definizione dei conflitti; di garantire la specializzazione dei giudici; di aggredire con decisione la massa dei procedimenti arretrati con il piano straordinario di smaltimento (eventualmente perfezionato ed ampliato); di assicurare una più celere definizione dei giudizi e la prevedibilità delle decisioni. Nel settore penale si tratta, anzitutto, di assicurare condizioni di dignità ai detenuti, nonché di razionalizzare e velocizzare il processo penale, di garantire ai magistrati tutti gli strumenti anche tecnici ed informatici, assicurando, al contempo, una gestione più oculata e razionale della spesa. Nell’erogazione del “servizio” giustizia si tratta di assicurare condizioni di uniformità su tutto il territorio nazionale, attraverso una profonda revisione dei modelli organizzativi e della geografia giudiziaria, sorretta da robusti e sistemici interventi finalizzati all’uso sempre più intenso delle nuove tecnologie in grado di assicurare (se adeguatamente inserite in strutture ben organizzate) notevoli risparmi di spesa ed un sicuro miglioramento delle performance. Per quanto possa apparire paradossale, proprio oggi, in presenza di una drammatica congiuntura economica internazionale, si presenta l’occasione, forse irripetibile, di riformare davvero il sistema giudiziario italiano. Nessuno di noi, infatti, può più permettersi di considerare ineluttabile il deficit di efficienza del sistema giudiziario italiano in un momento come quello attuale ove ogni settore della vita pubblica e privata è tenuto a garantire il proprio contributo operativo al miglioramento delle condizioni economiche del Paese. Si può far questo accettando supinamente e passivamente i sacrifici imposti dalle attuali necessità economiche oppure – come io credo sia più utile – lo si può fare, ciascuno nel proprio ambito, trasformando le criticità in opportunità di sviluppo e di miglioramento dei servizi offerti al cittadino. È possibile applicare questo modello virtuoso anche al sistema giudiziario? Certamente sì, purché tutti i protagonisti: magistrati, avvocati, personale amministrativo, cittadini utenti, e non soltanto le istituzioni competenti (Governo, Parlamento e C.S.M.) siano disposti ad accettare che un altro modello di servizio giudiziario, più snello, più rapido, meno costoso e meno intasato, non soltanto è possibile, ma è oggi assolutamente necessario e non più rinviabile. Ciascuno di noi sarà magari chiamato a rinunciare a qualche privilegio o a qualche abitudine consolidata e rassicurante, ma così facendo consegneremo al Paese, cioè a tutti noi, un sistema giudiziario migliore e più giusto. Vi ringrazio".

 

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