Sciopero dei Giudici di Pace dal 9 al 14 marzo
Nuova astensione dalle udienze dei Giudici di Pace da oggi 9 marzo fino al 14 e manifestazione in Piazza Montecitorio il 10 marzo

Ormai con una certa regolarità assistiamo alla proclamazione di nuove astensioni dalle udienze dei giudici di pace e dei giudici onorari in genere, con un evidente innalzamento dell'asticella che misura il livello di scontro sulle rivendicazioni promosse dai giudici non togati.
Questa volta con un comunicato congiunto delle associazioni UNAGIPA E ANGDP, rappresentative dei giudici di pace, viene indetto uno sciopero a partire da oggi 9 fino al 14 marzo, con la programmazione di una manifestazione nazionale in Piazza Montecitorio per la giornata di domani 10 marzo.
La richiesta è fondamentalmente la solita: un inquadramento contributivo in uno con un rafforzamento della continuità del rapporto.
Di seguito il comunicato stampa congiunto:
"SCIOPERO DEI GIUDICI DI PACE DAL 9 AL 14 MARZO
MANIFESTAZIONE A PIAZZA MONTECITORIO IL 10 MARZO
L’Unione Nazionale dei Giudici di Pace e l’Associazione Nazionale dei Giudici di Pace, unitamente, hanno deciso di proclamare ed aderire nella settimana che va dal 9 al 14 marzo allo sciopero nazionale dei giudici di pace per sensibilizzare le istituzioni, la classe politica e l’opinione pubblica sulla inaccettabile condizione di precariato della categoria, che verrebbe accentuata dal ddl di riforma del Ministro Orlando, attualmente all’esame della Commissione Giustizia del Senato, che non solo è venuto meno a tutti gli impegni assunti nel corso del tavolo tecnico sulla continuità del servizio sino all’età pensionabile, sul riconoscimento di un’equa retribuzione e di adeguate coperture assistenziali e previdenziali, sul rispetto dell’indipendenza del giudice e dell’autonomia degli uffici, ma ha anche violato apertamente elementari precetti costituzionali, le raccomandazioni dell’ONU e del Consiglio d’Europa sui presupposti essenziali per garantire la terzietà del giudice, nonchè numerose pronunce della Corte di Giustizia Europea, vincolanti per tutti i Paesi dell’Unione Europea e fonti normative sovraordinate alla stessa legge italiana (a partire dalla sentenza O’Brien del 2012, inerente magistrati onorari inglesi ai quali è stata riconosciuta la piena tutela previdenziale anche per tutti gli anni pregressi di servizio).
Al fine di dare maggior eco alla nostra protesta, il 10 marzo, a partire dalle h. 14:00, scenderemo tutti in Piazza Montecitorio, anche in toga, esponendo cartelli informativi e rivendicativi, distribuendo alla stampa, ai politici, agli organi rappresentativi delle istituzioni, dell’avvocatura, delle associazioni a tutela dei diritti dei cittadini, opuscoli informativi sulle attività dei giudici di pace, sui lusinghieri dati statistici del loro operato, sui contenuti deleteri ed incostituzionali del disegno di riforma Orlando, sullo stato di dissesto della Giustizia nel Paese al quale una seria valorizzazione della Giustizia di Pace (mediante aumento delle competenze e stabilizzazione dei magistrati) potrebbe porre davvero rimedio.
Lo sciopero del 9-14 marzo e la manifestazione del 10 marzo saranno solo l’inizio di tutta una serie di iniziative che porteremo avanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi per far approvare dal Parlamento una riforma seria della magistratura di pace, conforme alla Costituzione, al diritto comunitario ed interno, alla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea: intensificheremo, su tutti i livelli, i nostri già ottimi rapporti con le Istituzioni e con tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione, coinvolgeremo nelle nostre battaglie di civiltà l’ANM e l’Avvocatura, organizzeremo convegni a tema, avvieremo azioni giudiziali, collettive ed individuali, interne ed internazionali, affinchè il Ministero della Giustizia e lo Stato Italiano si adeguino alle richiamate fonti di diritto, imperative e non negoziabili.
E’ fondamentale la partecipazione di tutti i colleghi allo sciopero del 9-14 marzo ed alla manifestazione a Montecitorio del 10 marzo: si tratta di azioni di protesta essenziali per dare visibilità mediatica alle nostre rivendicazioni, denunce e proposte, ed essere presi in seria considerazione dai nostri interlocutori istituzionali e politici.
Abbiamo almeno cento argomenti convincenti, di natura giuridica, sociale e di politica giudiziaria, per perorare la nostra causa, che non può che essere una: la piena stabilizzazione dei giudici di pace in servizio, come semplice presa di atto di una situazione di fatto già realizzatasi, nel rispetto della giurisprudenza vincolante ed ormai univoca della Corte di Giustizia Europea.
L’eco di tali argomentazioni dipenderà anche e soprattutto dalla nostra adesione in massa allo sciopero ed alla manifestazione".