Una Settimana di Scioperi per Giudici di Pace e Camere Penali
Si blocca l'attività dei Giudici di Pace e degli Avvocati Penalisti per una settimana. Astensione dalle udienze dal 20 al 24 Marzo 2017

Inizia una settimana di blocco delle attività delle aule di giustizia, per iniziative che partono sia dai Giudici di Pace che dagli Avvocati Penalisti. Dalla giornata di oggi 20 Marzo fino al 24 Marzo 2017 è stata proclamata settimana di astensione dalle udienze sia dall'Unione Nazionale dei Giudici di Pace (UNAGIPA) che dall'Unione delle Camere Penali Italiane.
Per i Giudici di Pace si tratta della continuazione delle azioni di protesta che sono sfociate in numerose astensioni dalle udienze da oltre un anno a questa parte e che mirano a tenere viva la protesta contro sostanzialmente il mancato inqudramento previdenziale e mancata stabilizzazione della magistratura di pace, nonostante, assumono i magistrati onorari, le iniziali promesse del ministro della giustizia. Vedasi scioperi del giugno 2016, novembre e poi dicembre 2016. Fra le ragioni dello sciopero vanno annoverate anche le richieste di miglioramento del complessivo trattamento economico. Lamenta, infatti, l'unagipa evidenti " ... discriminazioni retributive, tutti i contributi pregressi inevasi (per il 75% a carico dello Stato, regola generale che vale per tutti i dipendenti dello Stato, compresi i magistrati professionali, anch’essi iscritti all’Inps Gestione ex Inpdap), le ferie non retribuite (insomma altre 15/20/25 mensilità del togato), i congedi di maternità e salute, parimenti non concessi, né retribuiti, infortuni e malattie per causa di servizio, il trattamento di fine rapporto ... "
Diverso, invece, il motivo della proclamazione dell'astensione dalle udienze da parte dell'Unione delle Camere Penali Italiane, che prende, con questo sciopero, netta presa di posizione contro il tentativo di forzare l'approvazione del ddl processo penale mediante la questione di fiducia; si ricorda l'approvazione del testo al Senato solo pochi giorni fa e a seguito della quale veniva prevista una celere approvazione definitiva alla Camera mediante lo strumento della questione di fiducia. Nell'atto di proclamazione si legge:
"La Politica si accinge alla gravissima scelta di porre la fiducia sul voto parlamentare del DDL sul processo penale. Di fronte a tale dichiarata intenzione occorre ribadire come né il processo, né i diritti dei cittadini possono essere merce di scambio di alcuna contesa di potere, e tanto meno ostaggio di conflitti di natura elettorale, e appare altresì necessario scongiurare una gravissima compressione del dibattito democratico. Pertanto, l’Unione delle Camere Penali Italiane delibera l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni 20, 21, 22, 23, 24 marzo 2017, invitando le Camere Penali territoriali ad organizzare in tali giorni manifestazioni ed eventi dedicati ai temi della riforma del processo penale indicati nella Delibera, indicendo in Roma una manifestazione nazionale per il giorno 22 marzo 2017, riservandosi di adottare ogni ulteriore iniziativa a difesa del processo e dei diritti e delle garanzie di tutti i cittadini".
I temi caldi sono quelli della "prescrizione" (aumento dei termini, sospensione della maturazione del termine per 3 anni nei vari gradi del giudizio), e del "processo a distanza" che diventa la regola per l'imputato detenuto per per delitti di particlolare rilevanza. In tali casi capovolge il concetto di presenza dell'imputato che può essere autorizzata con provvedimeto del magistrato.
Parole pesanti, un chiaro atto d'accusa, ma formulate nel tentativo di fare chiarezza, quelle dell'UCPI laddove scrive " ... è necessario, infine, svelare l’uso della prescrizione come un sapiente strumento attraverso il quale la magistratura esercita un potere incondizionato sul processo, facendo quotidianamente della prescrizione un uso surrettizio e strumentale, esercitando di fatto una incontrollata ed arbitraria discrezionalità dell’azione penale". Concludendo che "... allungare la prescrizione (attraverso lo sproporzionato aumento delle pene edittali ed attraverso gli irragionevoli meccanismi della sospensione) significa dilatare indebitamente i già troppo lunghi tempi del processo, violando la presunzione di innocenza".
Affermazioni su cui riflettere.