L’autodeterminazione dei popoli. Una chiave di lettura

Nel diritto internazionale l'autodeterminazione dei popoli è un principio generalmente riconosciuto e rispettato dalla generalità degli Stati.

L’autodeterminazione dei popoli. Una chiave di lettura

La chiave di lettura per comprendere quello che sta accadendo in Spagna, la cui unità nazionale è insidiata dalle spinte secessionistiche della Catalogna, è costituita dal concetto di autodeterminazione dei popoli. Non si vuole dare un giudizio di meritevolezza o di ammissibilità a quanto sostenuto dalla regione spagnola, si vuole solo offrire la lente attraverso cui leggere il contesto venutosi a creare. Una lente che consente di comprendere la misura della eventuale ovvero asserita legittimità delle istanze secessionistiche.

L’autodeterminazione dei popoli è un principio generalmente riconosciuto e rispettato (o meglio, fatto rispettare) dalla generalità degli Stati.

Per autodetermianzione dei popoli si intende il diritto di ogni popolo a scegliere liberamente la propria situazione politica e perseguire liberamente il proprio sviluppo socio-economico e culturale. Più semplicemente, il diritto di ogni popolo a farsi Stato quando lo stesso popolo è soggetto a dominazione straniera o razzista.

L’autodetrminazione dei popoli è affermata nella Carta delle Nazioni Unite del 26 giugno 1945, in cui si parla di autodecisione dei popoli agli artt. 1 e 55, e in tutta una serie di Dichiarazioni internazionali (Carta Atlantica del 1941, Dichiarazione dell’Assemblea generale sull’indipendenza dei popoli coloniali del 1960, Patti sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali del 1966, Dichiarazione di principi sulle relazioni amichevoli tra Stati, adottata dall’Assemblea generale nel 1970). Tale diritto è particolarmente importante, tanto da permettere l’uso delle armi per il suo esercizio qualora impedito e da costituire un crimine internazionale la sua violazione.

Ci sono due tipi di autodeterminazione:

interna, il diritto di un popolo che vanta una propria storia, cultura e tradizione ad avere accesso alla vita politica e istituzionale dello Stato di appartenenza, il diritto ad essere rispettato come identità e a non essere discriminato, il diritto ad essere rappresentato in seno alle istituzioni.

esterna (c.d. secessione), il diritto di un popolo oppresso ad essere riconosciuto come Stato autonomo e diverso da quello a cui formalmente appartiene;

Il primo passo è l’autodeterminazione interna, quindi l’accesso della comunità-popolo nella vita pubblica dello Stato; solo quando non va a buon fine questo proposito, il popolo ha diritto ad autodeterminarsi “esternamente”.

Va da sé che nessuna comunità, ancorché “popolo” con una propria comune ed autonoma identità (linguistica, culturale e storica), può rivendicare il diritto all’autodeterminazione “esterna” quando è ampiamente rappresentato nella vita istituzionale e politica del Paese.

Un caso storico, poi, spiega l’autodeterminazione dei popoli nel suo concreto atteggiarsi.  

Il Québec, una provincia francofona canadese che vanta 7 milioni e mezzo di abitanti, avanzò pretese di secessione sulla base di una propria identità linguistica e culturale (esistente e riconosciuta) diversa da quella del resto del Canada. La Corte Suprema canadese riconobbe che gli abitanti del Québec costituivano, effettivamente, un popolo proprio in virtù di una evidente e comune identità linguistica e culturale, ma allo stesso tempo non riconobbe il suo diritto all’autodeterminazione esterna (la secessione e la formazione in Stato autonomo) in quanto non si trattava di un popolo oppresso (il Québec godeva di un’ampia autonomia assimilabile a quella di uno stato, era retta da un Primo Ministro assimilabile in parte ad un capo di stato, la sua identità era  riconosciuta dalla legge, la lingua francese era riconosciuta come lingua ufficiale della provincia) e l’autodeterminazione interna era integralmente compiuta e garantita (il Québec era pienamente rappresentato a livello centrale e quindi partecipava attivamente alla vita politica canadese).

Sulla base di ciò si tirino le somme.

 

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