La prescrizione terreno di scontro Avvocati - Magistrati

La prescrizione terreno di scontro Avvocati - Magistrati

Con l'elezione del dott. Davigo al vertice dell'Associazione Nazionale Magistrati il livello dell'endogeno scontro avvocati-magistrati sembra avere fatto uno step al rialzo, cosa di cui proprio non si sentiva la necessità.

La concomitanza del nuovo ruolo del dott. Davigo con la discussione a livello istituzionale della riforma della procedura penale ma, in primis, dell'istituto della prescrizione del reato, caratterizza ancor più il dibattito visto che il nuovo Presidente dell'ANM da sempre accusa senza mezzi termini gli avvocati di abusare quotidianamente dell'istituto della prescrizione per far andare assolti i propri clienti utilizzando trucchetti e mezzucci di ogni genere per spostare in avanti il processo.

La risposta dell'avvocatura, naturalmente, rimette la palla al centro (interessante la nota piccante di M.G.A. - Mobilitazione Generale Avvocati) e un assist per la classe forense arriva proprio dai dati forniti del Ministro della Giustizia qualche giorno fa in merito alla suddivisione per circondari e distretti della incidenza della prescrizione. Proporre appello alla Corte d'Appello di Venezia, ad esempio, da una quasi certezza di veder andare prescritto il reato, stante i tempi biblici di quella Corte.

Ma, replica, il dott. Davigo, proprio la proposizione d'appello è uno dei “mezzucci” utilizzati dagli avvocati per sfruttare il meccanismo della prescrizione.

L'appello è un “mezzuccio”?

Proporre un appello è un diritto costituzionale che deve essere difeso a tutti i costi ma cosa dire se nella sostanza l'imputato non ha nulla da obiettare alla sentenza di primo grado ma ben volentieri propone appello ai fini della prescrizione? Se proporre appello, poi, diventa, ai fini suddetti, operazione di routine, se ne ricava un intasamento del sistema giustizia.

Ma è anche vero il contrario: se gli avvocati avessero la certezza – in senso opposto – che proporre appello non servirà ai fini della agognata prescrizione e questo perché i tempi della Corte d'Appello saranno rapidi, allora il fenomeno andrebbe a sgonfiarsi da solo.

Rimane da capire, infatti, come mai il problema intasamento delle Corti d'Appello non sia generalizzato, anzi. Non può essere che solamente gli avvocati di qualche distretto abbiano scoperto il trucchetto dell'appello facile mentre in altri distretti i colleghi avvocati ancora non ci siano arrivati. Questo è fuori discussione. I dati del ministero dimostrano che non è l'appello facile degli avvocati a produrre arretrato nelle Corti.

E allora, da che parte sta la ragione?

L'idea del Ministro della Giustizia di tentare di comprendere e quindi analizzare il “fenomeno prescrizione” nelle singole Corti, e valutarne eventualmente le diverse efficienze, pare l'unico modo serio di affrontare il problema.

 

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