Tasso di litigiosita' e di produttivita' nei circondari italiani
L'analisi delle tabelle del Ministero della Giustizia permettono di evidenziare dati interessanti sulla produttivita' dei tribunali e sulla litigiosita' nei singoli circondari

Il Ministero della Giustizia ha pubblicato interessanti tabelle riassuntive sullo stato e la produttività dei 139 tribunali italiani e riguardanti la giustizia civile.
Il Ministero da giusto risalto a tale pubblicazione che descrive come “operazione trasparenza”. Si permette, finalmente, al pubblico di poter esaminare anche dall'esterno dati altrimenti non disponibili.
Secondo il Ministero i diversi parametri utilizzati per misurare il lavoro degli uffici sono quelli presi in considerazione nelle loro statistiche da organismi e istituzioni internazionali come la Banca Mondiale e la Commissione Europea per l'Efficienza della Giustizia (Cepej).
La parole utilizzate per la presentazione sono state: “prosegue così l'operazione trasparenza voluta dal ministro Andrea Orlando e realizzata dal capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria Mario Barbuto con l’obiettivo di migliorare la produttività degli uffici giudiziari portandola al livello dei tribunali che riescono a sviluppare le performance migliori”. Non si può che apprezzare lo sforzo del Ministro diretto a coinvolgere – anche solo per l'analisi dei dati – quanti più operatori possibili nell'affrontare il tema della crisi della giustizia civile.
I quotidiani locali, sparsi per l'Italia, hanno approfittato per analizzare la situazione del proprio circondario.
Ma questi dati, visti tutti insieme, che indicazioni ci forniscono?
Tasso di Litigiosità.
Un primo dato che colpisce arriva dalla tabella descritta dagli elenchi ministeriali come dati relativi alle procedure civili iscritte a ruolo nell'anno 2013 ogni 100.000 abitanti. Il dato non ha nulla a che vedere con la produttività ma si limita a segnalare quante cause civili sono state aperte nell'anno 2013 nello specifico circondario in proporzione al numero degli abitanti. Ne possiamo dedurre, quindi, che si tratti della tabella relativa alla “litigiosità” del circondario.
Abbiamo estrapolato qui sotto una prima tabella con i primi venti circondari con gli abitanti più “virtuosi” nel senso che scatenano meno contenzioso rispetto alla media. Il Tribunale di Ivrea pare avere un tasso litigiosità particolarmente basso, seguito da quello di Spoleto, Pordenone, Belluno, Sondrio, ecc.
Ordine crescente del parametro "Iscritti 2013 / 100mila abitanti"
1 |
IVREA |
908 |
2 |
SPOLETO |
1.304 |
3 |
PORDENONE |
1.595 |
4 |
BELLUNO |
1.708 |
5 |
SONDRIO |
1.804 |
6 |
LECCO |
1.834 |
7 |
ROVIGO |
1.879 |
8 |
ORISTANO |
1.923 |
9 |
CREMONA |
1.936 |
10 |
LANUSEI |
1.999 |
11 |
BUSTO ARSIZIO |
2.010 |
12 |
VARESE |
2.129 |
13 |
COMO |
2.139 |
14 |
UDINE |
2.146 |
15 |
FERRARA |
2.161 |
16 |
VERBANIA |
2.228 |
17 |
BERGAMO |
2.238 |
18 |
MONZA |
2.244 |
19 |
NUORO |
2.254 |
20 |
CUNEO |
2.262 |
Nella successiva seconda tabella abbiamo i 20 circondari con gli abitanti più “litigiosi”. A partire da Locri, che si staglia con una vetta di 7.367 cause ogni 100.000 abitanti. Con una causa ogni 13 abitanti possiamo dire che una famiglia su due a Locri ha aperto una causa nel 2013. Possibile? Il dato lascia perplessi.
Seguono i tribunali di Salerno, Roma, Santa Maria Capua Vetere, Milano, Messina, ecc.
119 |
FOGGIA |
4.012 |
120 |
BARCELLONA POZZO DI GOT |
4.022 |
121 |
TRANI |
4.037 |
122 |
BARI |
4.099 |
123 |
COSENZA |
4.169 |
124 |
PALERMO |
4.183 |
125 |
LECCE |
4.259 |
126 |
BENEVENTO |
4.275 |
127 |
REGGIO CALABRIA |
4.332 |
128 |
TARANTO |
4.351 |
129 |
NAPOLI (incl. NAPOLI NORD) |
4.377 |
130 |
L'AQUILA |
4.416 |
131 |
CATANZARO |
4.434 |
132 |
LATINA |
4.656 |
133 |
PATTI |
4.914 |
134 |
MESSINA |
5.049 |
135 |
MILANO |
5.053 |
136 |
SANTA MARIA CAPUA VETER |
5.262 |
137 |
ROMA |
5.590 |
138 |
SALERNO |
5.977 |
139 |
LOCRI |
7.367 |
Media |
3.355 |
Le grandi citta di Milano e Roma dovrebbero, in qualche modo, essere messe da parte. Qui esiste, infatti, anche l'influenza della componente economica dato che grandi aziende, provenienti anche da tutto il mondo, posizionano il proprio foro competente per l'Italia in queste due grandi città ed il contenzioso civile è anche tipicamente commerciale.
Differenza territoriale. Non si può fare a meno di notare come le due tabelle appena viste siano rappresentative anche di due parti dell'Italia e che, genericamente parlando, il tasso di litigiosità del nord pare essere di gran lunga inferiore rispetto al sud Italia.
Ci si ritrova anche a chiedersi come sia possibile una differenza di tasso così marcata fra gli abitanti più virtuosi rispetto ai meno: passare da 908 cause ogni 100.000 a 7.367 significa quasi decuplicare il tasso.
Potrebbe essere interessante capire se si tratta di un dato anomalo legato al singolo anno esaminato – 2013 – ma è chiaro che un approfondimento psico-sociologico potrebbe essere indispensabile sembrando difficile poter giustificare il tutto con la battuta che al sud il sangue è più caliente.
Corretta – o meno - pianificazione delle risorse.
Altri dati della tabella permettono di tentare di esaminare se la pianta organica del circondario, in relazione al numero dei magistrati togati, sia correttamente calibrata rispetto alle necessità territoriali.
Nelle seguenti tabelle abbiamo i procedimenti iscritti – sempre nel 2013 – per magistrato togato e ciò permette di verificare se i magistrati previsti siano sufficienti per gestire le cause in entrata. Come in precedenza abbiamo estrapolato la Top 20 in positivo e la Top 20 in negativo. Il dato è doppiamente interessante se poi parametrato alle cause definite per magistrato togato di cui parliamo più avanti.
Nell'esaminare il numero di procedimenti iscritti per magistrato togato ancora si nota una notevole disparità territoriale, questa volta più sparsa e quindi – potremo definirla - a macchia di leopardo.
Con l'esame della seconda tabella abbiamo la possibilità di evidenziare un dato che era già stato compreso nei circondari interessati. Gli ultimi in classifica, vale a dire i circondari con più cause in entrata rispetto ai magistrati, sono quelli dove il tessuto economico si è sviluppato maggiormente.
In quella tabella sono concentrate città del Veneto, della Lombardia e della Puglia (e non solo, ovviamente), proprio laddove negli ultimi 40 anni si è passati da una società prevalentemente agricola a luoghi di alta concentrazione di industria e di commercio, con tutto il fiorire di contenzioso legato all'attività imprenditoriale. Sono convinto che un esploso della tipologia di contenzioso non potrà che confermare l'assunto.
Alla luce di questi dati si può, pertanto, azzardare a dire che la struttura giudiziaria non si è saputa conformare alle mutate necessità del paese rimanendo ferma ad una situazione degli anni '70. E' evidente, pertanto, che una riorganizzazione della struttura giudiziaria con revisione delle piante organiche di gran parte dei circondari si rende necessaria (ma già lo si sapeva – i dati non fanno che confermare quanto era evidente agli occhi degli operatori).
Ordine crescente del parametro "Iscritti per Magistrato Togato (50% P.O.)"
|
|
Iscritti x magistrato togato |
Definiti per magistrato togato |
1 |
CALTANISSETTA |
311 |
272 |
2 |
PALMI |
372 |
347 |
3 |
NUORO |
399 |
343 |
4 |
LANUSEI |
399 |
434 |
5 |
ENNA |
431 |
467 |
6 |
ORISTANO |
452 |
443 |
7 |
REGGIO CALABRIA |
457 |
411 |
8 |
LAGONEGRO |
475 |
474 |
9 |
GELA |
479 |
535 |
10 |
NAPOLI (incl. NAPOLI NORD) |
508 |
526 |
11 |
CATANZARO |
511 |
600 |
12 |
SPOLETO |
520 |
424 |
13 |
IVREA |
521 |
410 |
14 |
SONDRIO |
544 |
509 |
15 |
PAOLA |
554 |
534 |
16 |
VIBO VALENTIA |
558 |
630 |
17 |
MARSALA |
563 |
671 |
18 |
LAMEZIA TERME |
580 |
802 |
19 |
TRAPANI |
583 |
560 |
20 |
PALERMO |
591 |
553 |
21 |
POTENZA |
603 |
679 |
119 |
BARI |
1.012 |
1.233 |
120 |
LANCIANO |
1.013 |
1.022 |
121 |
BERGAMO |
1.013 |
949 |
122 |
AREZZO |
1.014 |
993 |
123 |
LODI |
1.016 |
940 |
124 |
PISA |
1.048 |
1.018 |
125 |
LATINA |
1.049 |
964 |
126 |
VELLETRI |
1.059 |
1.099 |
127 |
TRENTO |
1.084 |
1.059 |
128 |
BRESCIA |
1.092 |
1.084 |
129 |
REGGIO EMILIA |
1.093 |
1.133 |
130 |
LECCE |
1.102 |
1.158 |
131 |
VICENZA |
1.105 |
1.065 |
132 |
TRANI |
1.118 |
1.104 |
133 |
ANCONA |
1.141 |
1.126 |
134 |
PADOVA |
1.150 |
1.168 |
135 |
VERONA |
1.156 |
1.130 |
136 |
MANTOVA |
1.163 |
1.111 |
137 |
PESARO |
1.180 |
1.160 |
138 |
TREVISO |
1.313 |
1.272 |
139 |
TIVOLI |
1.487 |
1.383 |
Media |
800 |
809 |
Produttività dei magistrati.
Questa stessa tabella ci permette anche di porre in luce un dato curioso: laddove c'è più contenzioso i magistrati producono moltissimo e, invece, laddove c'è poco contenzioso i magistrati si rilassano. La colonna posta sulla destra di quella evidenziata in blu, infatti, riporta il dato dei procedimenti definiti da ogni singolo magistrato togato.
Tanto che laddove c'è poco afflusso di nuove cause, l'arretrato – se gestito con i ritmi dei tribunali di dove c'è più contenzioso, o anche solo della media – potrebbe essere portato a zero in pochissimo tempo.
Invece, per qualche machiavellica coincidenza, parrebbe che tutto il contenzioso in entrata non debba quasi mai essere smaltito completamente, per poterne accumulare un po'. E' evidente che qualche intervento dovrà essere previsto per velocizzare i circondari più sonnacchiosi e, come si diceva sopra, spostare risorse per aiutare i circondari in crisi.
La differenza di produttività è impressionante. Si passa da 272 – a Caltanissetta - procedure definite per singolo magistrato a 1.383 – a Tivoli – procedure. Si tratta di più di 1000 procedimenti definiti in più per singolo magistrato.
Nei circondari dove il lavoro è più intenso i magistrati si ritrovano una mole di lavoro impressionante tanto che per raggiungere i ritmi di definizione anzidetti questi magistrati si trovano a non fermarsi neppure nei fine settimana e parte delle ferie vengono utilizzate per smaltire lavoro. Può capitare che, in compenso, a causa di questi ritmi, i magistrati chiedano velocemente un trasferimento aggravando ulteriormente la situazione dei circondari più disagiati a causa delle lunghe e continue vacanze dei posti a ruolo.