La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con sentenza n. 6743 del  21 marzo 2014, rimeditando un precedente consolidato indirizzo, in sede di procedura di esproprio, attribuisce un precipuo valore al soprassuolo.

La Corte, nella parte motiva, conferma che la propria giurisprudenza ha da sempre escluso la possibilità di un indennizzo aggiuntivo per il soprassuolo arboreo. Ma afferma anche che la questione, tuttavia, "va rimeditata (alla luce della evoluzione del sistema ineddennitario, per la caratterizzazione che esso ha ricevuto dagli interventi della Corte Costituzionale, anche alla luce delle sollecitazioni provenienti dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e della evoluzione normativa".

Prosegue la stessa corte, affermando che "lo svincolo dalla rigidità delle formule mediane e dei parametri tabellari, induce ora a dare rilievo a ciò che contribuisce a connotare l'identità fisica e urbanistica del suolo, tenendo conto delle possibili  componenti idonee a conferirgli particolari condizioni di sicurezza, utilità e amenità" e conclude asserendo che "qualora le piantagioni che insistono sul suolo espropriato costribuiscano a connotare le caratteristiche fisiche, tanto da incidere sul valore e contribuire all'appetibilità dello stesso ove inserito in un mercato virtuale, del relativo valore occorre tenere conto".

Ne consegue la formulazione del seguente principio di diritto:

"Ai fini della determinazione dell’indennità di esproprio di suoli che, quale ne sia la destinazione, dispogano di un soprassuolo arboreo idoneo a conferire particolari condizioni di sicurezza, utilità e amenità, dovrà tenersi conto dell’aumento di valore di cui il suolo viene a beneficiare"