Le spese per assistenza stragiudiziale nel sinistro stradale costituiscono danno emergente
Le spese per assistenza legale stragiudiziale nel sinistro stradale costituiscono danno emergente ai sensi dell'art. 1223 c.c. e qualora siano nei limiti di legge vanno risarcite. Cassazione civile Ordinanza n. 2644/2018

Di tanto in tanto si torna sulla questione se sia dovuto il rimborso da parte dell'assicurazione del compenso del legale che assiste, nella fase stragiudiziale, un danneggiato da incidente stradale.
Le assicurazioni partono ovviamente dal presupposto che la presenza del legale sia dovuta solo in caso di inadempienza dell'assicurazione nella fase di liquidazione. La stessa Corte di Cassazione ha effettuato, negli ultimi interventi, uno spostamento del proprio orientamento avendosi, nel 2015, richiami ad un proprio consolidato principio secondo il quale: "il danneggiato ha facoltà, in ragione del suo diritto di difesa, costituzionalmente garantito, di farsi assistere da un legale di fiducia e, in ipotesi di composizione bonaria della vertenza, di farsi riconoscere il rimborso delle relative spese legali; ...", Cass 11154/2015 (vedasi in "Trattativa con l'assicurazione e rimborso delle spese legali"), fino ad individuare un necessario distinguo che individui e determini quando vi sia necessità della presenza del legale. In quel caso si era ritenuto che il sinistro presentasse particolari problemi tecnico-giuridici (Cass 3266/2016, vedasi in "Vanno risarcite dall'assicurazione le spese legali della fase stragiudiziale"), che legittimavano l'assistenza legale; la presenza del legale, quindi, necessaria solamente qualora la parte danneggiata non possa avere le necessarie competenze tecniche per gestire al meglio la propria richiesta di danno.
Il recente arresto della Corte di Cassazione civile (Ordinanza n. 2644 del 02/02/2018) identifica il diritto della parte ad avere il pagamento delle spese legali stragiudiziali in quanto risarcimento di un danno emergente: "le spese sostenute dalla vittima di un sinistro stradale per remunerare l'avvocato al quale si sia rivolta per avere assistenza stragiudiziale, costituiscono una ordinaria ipotesi di danno emergente, di cui all'art. 1223 c.c.".
Ciò ancora non significa che siano dovute in ogni caso. Infatti, sempre secondo la S.C. "come qualsiasi altra voce di danno, anche quella in esame sarà soggetta alle regole generali: e dunque - non sarà dovuto il risarcimento per le spese che la vittima avrebbe potuto evitare con l'ordinaria diligenza (art. 1227 c.c., comma 1); non sarà dovuto il risarcimento per le spese che, pur necessarie, sono state sostenute in misura esagerata (art. 1227 c.c., comma 2); non sarà dovuto il risarcimento per le spese non legate da un nesso di causa rispetto al fatto illecito (art. 1223 c.c.)".
La Corte si sofferma sul secondo punto e afferma: "nello specifico caso del danno consistito nella spesa sostenuta (o nel debito contratto) per l'assistenza legale stragiudiziale, stabilire se la vittima abbia speso o no somme eccessive è giudizio che va compiuto in base alle norme di legge che fissano la misura dei compensi dovuti agli avvocati per l'attività stragiudiziale".
Qualora la somma richiesta sia conforme alle tariffe, ora parametri forensi, essa sarà conforme a legge e andrà onorata.
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Di seguito il testo di
Corte di Cassazione civile Ordinanza n. 2644 del 02/02/2018
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