Le proposte di riforma del processo civile del Ministro Cancellieri
Le idee del Ministro Cancellieri in materia di snellimento della giustizia civile, semplificazione e accelerazione del processo esecutivo

In attesa del varo definitivo della Legge di Stabilità 2014, pubblichiamo una relazione della ministero della giustizia riguardante le idee di riforma del processo civile.
L'intenzione è quella di ottenere uno snellimento delle procedure, esecutive e ordinarie. Compresa quella che ha fatto tanto discutere circa le "motivazioni dei provvedimenti A PAGAMENTO", quando è principio cardine dell'operatività della pubblica amministrazione nel suo complesso, e non soltanto per i provvedimenti giudiziari, agire sulla base di una motivazione legittima che va illustrata e ben specificata.
Tuttavia, nel compleso si tratta di piccoli aggiustamenti che sicuramente non risolveranno il problema della giustizia civile ma potrebbero aiutare, come quella che prevede il preventivo esperimento di una CTU per quelle materie dense di profili tecnici che necessariamente dovranno essere risolte proprio da una consulenza tecnica.
Di seguito il testo del comunicato ministeriale:
DISEGNO DI LEGGE:
Delega al Governo recante disposizioni per l’efficienza del processo civile, la riduzione dell’arretrato, il riordino delle garanzie mobiliari, nonché altre disposizioni per la semplificazione e l’accelerazione del processo di esecuzione forzata (collegato alla legge di stabilità 2014)
La proposta normativa, che si articola in norme di delega ed in norme immediatamente precettive, ha ad oggetto misure di ordine processuale e sostanziale per il recupero dell’efficienza del processo di cognizione e di esecuzione, nonché misure finalizzate alla riforma della disciplina delle garanzie reali mobiliari, con l’obiettivo di agevolare le imprese nell’accesso al credito.
In particolare le norme di delega sono volte:
a) ad attribuire al giudice il potere di disporre, quando si tratta di causa semplice, il passaggio dal rito ordinario di cognizione al più snello rito sommario di cognizione;
b) ad attribuire al giudice il potere di decidere la lite di primo grado mediante dispositivo accompagnato dall’indicazione dei fatti e delle norme sulle quali si fonda la decisione, rimettendo alle parti la scelta se richiedere la motivazione estesa ai fini dell’impugnazione della sentenza, previo anticipato versamento di una quota del contributo unificato dovuto per il grado successivo; tale intervento consentirà di ridurre considerevolmente i tempi del processo, posto che la stesura della motivazione per esteso in tutte controversie è uno dei fattori che impedisce la ragionevole durata dei processi civili, tenuto conto che soltanto il 20% delle sentenze rese in primo grado sono impugnate e che circa il 77% di queste ultime sono confermate;
c) a consentire al giudice di appello che conferma il provvedimento di primo grado di rifarsi alla motivazione già esposta dal giudice del provvedimento impugnato;
d) a smaltire l’arretrato civile in appello prevedendo che in alcune materie non particolarmente complesse e delicate (sono ad es. esclude quelle che coinvolgono i diritti della persona) la controversia venga trattata e decisa dal giudice in composizione monocratica e non collegiale;
e) a prevedere che il giudice quando emette una sentenza di condanna all’adempimento di obblighi di fare fungibili (e non soltanto di obblighi di fare infungibile) possa imporre al debitore che non adempia il pagamento di una somma di denaro fino al momento dell’adempimento;
f) a prevedere che in particolari materie ad elevato tasso tecnico il processo venga preceduto dall’espletamento di una consulenza tecnica volta soprattutto alla quantificazione del danno lamentato;
g) a responsabilizzare e valorizzare l’attività dei difensori;
h) a consentire agli ufficiali giudiziari di ricercare i beni da pignorare con modalità telematiche interrogando banche dati, ivi compresa l’anagrafe tributaria;
i) riformare il sistema delle garanzie mobiliari, introducendo forme di garanzie senza spossessamento, al fine di agevolare l’accesso al credito delle PMI.
Con norme immediatamente precettive si incide sul processo di esecuzione forzata al fine precipuo di contenerne i tempi, eliminando inutili passaggi procedimentali.